giovedì 13 agosto 2015

Terza parte di "Come parlare in pubblico con successo"

Come promesso qualche giorno fa, oggi pubblico il terzo articolo della serie "Come parlare in pubblico con successo". 
Per il primo vi rimando al link che segue: Come parlare in pubblico con successo oppure potete cercarli tutti digitando Public Speaking nel motore di ricerca del blog. 

Come vi accennavo in questo articolo proverò a spiegarvi come ci si allena per diventare dei bravi oratori e ottenere i risultati desiderati

Se seguite questo blog avrete capito che non sono un culture dell'improvvisazione e nemmeno credo troppo al solo estro naturale. Per cui per me riuscire in qualcosa è soprattutto una questione di esercizio, tentativi, errori e perfezionamento. 

Certo poi non a tutti riesce in modo spettacolare tutto, ma questo non vuol dire che una persona non possa riuscire bene in quello che si prefigge. 
Lo stesso vale chiaramente anche per la capacità di parlare in pubblico. 

L'atto di parlare in pubblico è composto da tre elementi che interagiscono continuamente e che richiedono tutti la nostra massima attenzione. 
Questi sono: 

  • I contenuti, ovvero gli argomenti che devo affrontare nel mio discorso
  • La comunicazione, sia essa verbale o paraverbale (Gesti, voce ecc)
  • Il feedback, ovvero la reazione in tempo reale del pubblico a quello che sto dicendo
C'è un problema: non siamo in grado di fare le tre cose bene contemporaneamente. Dobbiamo quindi imparare ad alleggerire il carico per il nostro cervello e come forse avrete capito, c'è solo uno dei tre fattori che può essere preparato prima. 
Sto parlando chiaramente dei contenuti e dell'obiettivo della mia presentazione. 

Solo dominando in modo quasi automatico questo elemento, potrò allora concentrarmi sugli altri due durante la presentazione.
Difatti non potrei modulare il tono e il volume della voce per cercare di dare una svegliata al pubblico che vedo molto distratto, se in quel momento sarà tutto concentrato su quello che devo dire. 

L'unica soluzione possibile è quindi quella di memorizzare i contenuti della mia presentazione. ATTENZIONE: non ho detto memorizzare la presentazione. Penso vi rendiate conto che se andate a ripetere a memoria un discorso, non vi faranno nemmeno finire! 

Dico di provare più e più volte in casa la presentazione ripetendola ad alta voce, facendo finta di porre delle domande e dandosi delle risposte, variando gli argomenti, scovando ogni volta nuovi collegamenti. 

Detto in altri termini dobbiamo portare la gestione dei contenuti a livello del subconscio. Come quando andiamo in bicicletta e non ci preoccupiamo di come si va. Andiamo e basta. 

In questo modo siamo quindi in grado di gestire al meglio la comunicazione e di controllare i feedback. 

E' quindi importante lo stile con il quale parlate in pubblico. Uno stile che deve essere il vostro, studiato nei minimi dettagli, ma naturale. Non potrete cioè copiare quello di nessun altro. 

Forse non sapete un dato che potrebbe aprirvi gli occhi e cambiare per sempre le vostre future presentazioni: l'efficacia della vostra presentazione dipende solo per il 7% dalla comunicazione verbale, ovvero da cosa dite e dalle parole che usate. 
Per il 38% dipende invece dalla comunicazione paraverbale, ovvero dal tono di voce che utilizzate e per il restante 55% dalla comunicazione non verbale, ovvero dai gesti e dalle espressioni che fate. 

Quindi, per concludere, quanto più trascurerete i segnali che mandate attraverso la voce e i gesti, quanto più quest'ultimi saranno gli elementi che definiranno l'esito della vostra presentazione. 
Al contrario, quanto più li curerete non lasciando nulla al caso e quindi quanto più sarete tranquilli sul piano dei contenuti, allora crescerà il peso che il vostro pubblico darà a quello che avrete da dire. 

Nel prossimo appuntamento con la serie "Come parlare in pubblico con successo" approfondiremo meglio la gestione efficace della comunicazione non verbale e paraverbale. 

Intanto, auguro buon lavoro a tutti voi. 





Per info e contatti: 
Alessandro Grilli 

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